Circa il 20% dei programmi realizzati nell’ambito dei piani operativi dalle Op ortofrutticole è stato destinato nel periodo 2012-2016 a misure ambientali. Non solo, possiamo affermare che da tempo i principi di sostenibilità fanno parte del background della cooperazione ortofrutticola, che li traduce in azioni ed investimenti concreti, che vanno anche oltre l’orizzonte del finanziamento Ue, dalla raccolta differenziata dei rifiuti agli impianti di produzione rinnovabile, al confezionamento con packaging riciclabili. È quanto è emerso dallo studio Nomisma sulla sostenibilità della filiera ortofrutticola italiana presentato a Bolzano nell’ambito di Interpoma nel convegno "La sostenibilità come fattore di sviluppo della competitività per le Op ortofrutticole nel contesto della nuova Pac".
“Agli agricoltori è richiesto di produrre cibo sano e di alta qualità, di garantire sviluppo e adeguati livelli di vita nelle aree rurali, e al contempo di prestare anche grande attenzione ad impegni ambientali e di benessere animale”, ha spiegato Ersilia Di Tullio, responsabile cooperazione di Nomisma. “Sono gli stessi consumatori dal loro canto che esprimono una maggiore sensibilità sul tema. Secondo una recente indagine Eurobarometro, il 95% degli italiani ritiene importante la protezione dell’ambiente”.
Al convegno sono intervenuti Giorgio Mercuri, presidente Alleanza cooperative agroalimentari - che ha ricordato come la sostenibilità, trasversale a tutte le filiere cooperative, sia ancora poco comunicata ai consumatori e come non debba esser slegata dall’obiettivo del sostegno di un reddito equo ai produttori, in modo da esser percepita non solo come un vincolo per gli agricoltori ma un vero fattore di successo –Arnold Schuler, Assessore agricoltura Provincia Autonoma Bolzano, Herbert Dorfmann, membro Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Paolo De Castro, vicepresidente della Comagri del Parlamento Ue, Philippe Appeltans presidente del Gruppo Ortofrutta Copa-Cogeca, Alessandro Dalpiaz, Direttore Assomela.
Dorfmann ha evidenziato l’importanza degli investimenti per l’adeguamento tecnologico per favorire l’agricoltura di precisione e l’accesso ai nuovi fondi Horizon per l’innovazione e la ricerca; ha inoltre auspicato che dopo 20 anni di attuazione di programmi operativi le Op possano fare un coraggioso passo avanti in materia di sostenibilità che assieme all’apertura dei mercati internazionali costituisce l’elemento chiave per il futuro.
Shuler ha ricordato anche in presenza di risultati positivi sul territorio altoatesino il ruolo attivo della Provincia nel monitoraggio della biodiversità, nel rafforzamento del ruolo della ricerca per la salute delle piante e lo sforzo di correggere la comunicazione su tali temi verso i cittadini .
De Castro ha evidenziato l’opportunità di un rilancio della componente ambientale in una logica soprattutto di incentivazione delle aziende e il suo impegno come relatore del progetto di direttiva Ue contro le pratiche sleali, annunciando di aver avviato i negoziati con il Consiglio e con la Commissione Ue, confidando di giungere al compromesso entro Natale.
“Le pratiche sleali colpiscono soprattutto il settore ortofrutticolo – ha spiegato De Castro - come la cancellazione last minute degli ordini, i ritardi nei pagamenti ai fornitori, le modifiche unilaterali dei contratti, i mancati pagamenti ai fornitori per la merce invenduta, tutte condotte che speriamo non possano più verificarsi”. In merito al lavoro in corso per la definizione della nuova Pac, De Castro ha sottolineato come il Parlamento stia lavorando per scongiurare il taglio dei finanziamenti alla Pac, attraverso una proposta che innalza del +0,3% (da 1 a 1,3%) la quota di contribuzione al bilancio comunitario da parte degli Stati Membri.
Philippe Appeltans, dopo aver evidenziato il ruolo delle Op nell’attuare da tempo nei propri programmi operativi svariate misure a carattere ambientale e per la sostenibilità, ha espresso apprezzamento per la proposta della Commissione per la riforma del sistema di aiuti al settore ortofrutta ma anche una forte preoccupazione “Il mondo cooperativo europeo – ha spiegato - richiede un’attenzione particolare del Parlamento Europeo, che presenterà un progetto di relazione sui nuovi interventi Pac domani,mercoledì 21 novembre, a Bruxelles, sul rischio di una eccessiva sussidiarietà da parte degli Stati membri. Il rinvio alla definizione di regole nazionali attraverso il ‘Piano strategico nazionale’ (New Delivery model), in mancanza di una chiara disciplina degli aspetti cruciali dello schema di aiuti europeo, grazie ai regolamenti delegati, espone tutti i produttori siano essi belgi spagnoli o italiani al pericolo di distorsioni di concorrenza ed ad una forte insicurezza giuridica”.
“Coniugare sostenibilità ambientale, sociale ed economica – ha concluso il Coordinatore Ortofrutta dell’Alleanza cooperative agroalimentari Davide Vernocchi - è la nuova sfida anche nell’ottica delle opportunità che si offrono nella nuova Pac post 2020. Garantire reddito ai produttori trasferendo i vantaggi a monte ai soci agricoli è di fatto indispensabile per garantire la crescita e l’occupazione nelle aree rurali".
"Anche se non esiste alcuna scala gerarchica tra le diverse componenti della sostenibilità – ha concluso Vernocchi – è evidente che la sostenibilità economica resta una condizione indispensabile per la sopravvivenza della filiera. Non dobbiamo dimenticare da un lato che la qualità dei prodotti è condizionata dai cambiamenti climatici con insorgenza di nuove emergenze fitosanitarie a cui bisogna dare risposte concrete e che il nostro modello produttivo rimane estremamente frammentato, con una dimensione media italiana di 2,1 ettari, pertanto l’elemento dimensionale resta fondamentale ed è solo l’aggregazione nella filiera e la capacità di fare squadra tra imprese ed amministrazione per migliorare la competitività del comparto, garantendo anche un maggiore supporto per l’accesso ai nuovi mercati, possono consentire di ottenere margini migliori”.
Fonte: Alleanza delle Cooperative & Assomela