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Il mercato delle mele nel mese di febbraio: tra costi crescenti e problemi di logistica
Giovedì 10 February 2022 2:26 pm     Article Hits:7050     A+ | a-
Martedì 8 febbraio si è tenuta la abituale riunione del Comitato Marketing di Assomela che ha avuto modo di valutare l’evoluzione di mercato e i fattori che lo stanno condizionando, primi fra tutti l’aumento dei costi e i problemi al settore logistico, approfonditi grazie anche alla presenza della CEO di NordOvest, Valentina Mellano.
 
Per quanto riguarda il mercato, le vendite nel mese di gennaio hanno fatto segnare un andamento in linea con le stagioni precedenti, con 180.000 tons decumulate. Le giacenze al primo febbraio di mele da tavola si riducono a quota 1.018.609 tons., paragonabili a quelle dello stesso periodo dello scorso anno.
 
A livello varietale, le vendite di Golden Delicious in dicembre superano quelle del mese precedente e si assestano a quota 55.000 tons. Complice la produzione ridotta, le giacenze di Red Delicious rimangono al di sotto delle 100.000 tons.  Per entrambe queste varietà principali i problemi restano per i calibri piccoli che fanno fatica a trovare spazio sul mercato.
Con vendite superiori alle 35.000 tons. segna una buona performance la Gala, le cui vendite sono procedute rispettando i piani di decumulo.
Sotto le 60.000 tons. la giacenza della varietà Granny Smith, anche a causa della ridotta produzione.
Accelera leggermente rispetto al mese precedente il mercato per la Fuji, con vendite nel mese di gennaio superiori alle 17.000 tons.
Sul fronte del biologico, le vendite procedono secondo i piani di decumulo. Anche in questo caso il mercato è più complicato per la varietà Golden ed in parte anche per la Red Delicious.
 
Come già sottolineato lo scorso mese, il mercato sembra essere più fluido internamente piuttosto che all’export, in modo particolare per le destinazioni oltremare. La scarsità di containers reefer ed il conseguente aumento dei costi dei noli (da 2000 USD a 12.000 USD), come sottolineato anche dalla dott.ssa Mellano, rappresentano un forte ostacolo all’esportazione. Per transiti che pre-pandemia richiedevano 45-50 giorni, si sono superati anche i 100 giorni e i ritardi di un paio di settimane sono ormai considerati normali.  La situazione logistica a livello globale non sembra migliorerà nel breve periodo, con inevitabile trasferimento di costi alla produzione, che si aggiungono a quelli già citati per l’energia e le materie prime che caratterizzano l’attuale congiuntura economica. Gli operatori poco possono rispetto ad un problema globale di tale natura, se non applicare una attenta programmazione degli ordini e una maggiore flessibilità.
 
In Italia, inoltre, i cronici problemi legati alla scarsità di infrastrutture e alla mancanza di autisti – si calcola ne manchino 50.000 – rende la situazione logistica ancora più complessa da gestire. Qui un maggiore sostegno al mondo dei trasporti da parte della politica potrebbe senza dubbio agevolare il lavoro degli operatori.
 
Assomela, inoltre, ribadisce la necessità di interventi concreti per evitare che i maggiori costi vengano assorbiti prevalentemente dalla produzione, ma trovino criteri di bilanciata condivisione tra i diversi attori della catena di approvvigionamento fino al consumo.